Teoria, Ipotesi e Congettura

Viviamo in un momento della storia durante la quale molte dichiarazioni sono fatte senza neppure sapere il significato delle parole. E’ di ieri la richiesta di “dar conto delle teorie descritte durante le trasmissioni di divulgazione scientifica”.

Orrore! La persona che ha detto questa cosa, sa di che cosa sta parlando?
Forse no.

Bisogna fare una distinzione tra ipotesi, congettura e teoria. Vediamo che cosa sono.

Nell’uso comune, un’ipotesi è una idea provvisoria il cui valore deve essere accertato. E’ quindi necessario uno sforzo per confermarla o negarla. In matematica, le dimostrazioni vengono enunciate in tre parti: ipotesi, tesi e dimostrazione. In questo caso è la tesi a dover essere dimostrata mentre le ipotesi sono le condizioni nelle quali si opera.

Come esempio possiamo immaginare:

ipotesi: un triangolo è rettangolo
tesi: l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è equivalente alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti
dimostrazione: vi sono diverse dimostrazioni che la tesi sia vera e, se siete curiosi, non avrete difficoltà a trovarle.

A questo punto, prendendo due cateti qualunque e una buona ipotenusa il teorema di Pitagora funziona sempre. Pensate, funzionava anche prima che Pitagora lo dimostrasse, e funziona pure ora che Pitagora è morto e sepolto.

E’ bene ricordare quindi che nell’uso comune e in matematica la parola ipotesi ha due significati diversi.

Congettura, invece, è una parola che usiamo poco, che tendiamo a sostituire con ipotesi. E’ una affermazione basata sull’intuito, ritenuta probabilmente vera ma che deve essere dimostrata.

Se vedo una pecora bianca posso fare la congettura, posso immaginare, che tutte le pecore siano bianche, ma devo dimostrarlo.

Dato che la realtà è spesso diversa da come la immaginiamo, ecco spuntare una pecora nera che distrugge le nostre certezze e con esse la nostra congettura.

E la Teoria?
La teoria: spiega. Non è una ipotesi, non è una congettura, ma è una cosa provata, dimostrata, e grazie alla quale si possono fare previsioni. Le teorie hanno precise caratteristiche:

• parsimonia, cioè l’utilizzo del minor numero di ipotesi per spiegare un fenomeno
• consistenza, cioè la mancanza di contraddizioni logiche e la capacità di spiegare anche i fenomeni precedentemente osservati e spiegati in altro modo;
• pertinenza, cioè la capacità di spiegare il fenomeno osservato;
• testabilità e falsificabilità, cioè la possibilità di testare e confutare la teoria;
• riproducibilità, cioè la capacità di fare previsioni che possano essere testate da ogni osservatore, anche in un futuro indefinito;
• modificabilità e dinamicità, cioè la possibilità di essere modificata in seguito a nuove osservazioni;
• l’assunzione che le precedenti teorie siano approssimazioni, e la possibilità che lo stesso sia detto da una futura teoria;
• l’incertezza di tale teoria, che dunque non assume un valore di verità assoluta.

Solitamente, una teoria che non soddisfi tutti questi criteri non rientra nell’ambito della scienza.

Gli Anti-Tutto, gli anti-sceintifici, si attaccheranno ora alla caratteristica dell’incertezza, e noi, in questo post, lasciamo che si attacchino, ne parleremo un’altra volta.

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